Il tempo, lo spazio, l'eternità e l'immortalità
Martinus
Che cosa si intende per tempo?
Per l'uomo che cerca la verità assoluta della vita o la soluzione del mistero stesso della vita, è molto
importante anche inoltrarsi nell'analisi del tempo, dello spazio e dell'eternità, dato che con la
conoscenza di questa analisi l'immortalità dell'essere vivente diventa un fatto teoretico. Perciò qui
esamineremo un po' quest'analisi.
Che cosa s'intende in realtà per tempo? - Il concetto di "tempo" è l'espressione tecnica più alta di "movimento" della vita. Il movimento ed il tempo sono dunque la stessa cosa. Dove non c'è movimento, non c'è tempo, e dove non c'è tempo, non c'è neanche movimento. Il tempo ed il movimento non possono dunque essere separati, appunto perché costituiscono la stessa realtà. Poiché il movimento è una funzione e una funzione è qualcosa che viene creato, un movimento è dunque una realtà creata. Ma siccome ogni realtà creata o fenomeno creato non può esistere senza essere identico al tempo, il tempo è quindi anch´esso una realtà o un fenomeno creato. Ma il tempo non può essere percepito direttamente coi sensi fisici. Costituisce dunque un qualcosa di invisibile degli oggetti o dei movimenti creati visibili. Il tempo è dunque un qualcosa, che non si può sperimentare direttamente coi sensi fisici. Si può dunque soltanto percepirlo indirettamente attraverso la parte degli oggetti creati o dei movimenti, che è visibile per i sensi fisici. Con i sensi fisici possiamo sperimentare il tempo soltanto tramite l´esistenza degli oggetti creati, dal loro inizio fino alla loro fine. Essi sono soggetti a inizio e fine. Nessun oggetto creato è eterno. Il tempo viene marcato dunque da due punti o linee di confine, cioè origine e cessazione. Fra queste due linee di confine è stato creato un intervallo che non è o non può essere fisico. Ma non potendo essere fisico, può soltanto essere psichico o spirituale. È questa realtà psichica o spirituale assolutamente ineliminabile, che chiamiamo "tempo".
Il tempo come espressione del mondo spirituale
Il suddetto intervallo, tra l´origine d´un oggetto e la sua cessazione, lo chiamiamo la sua "durata della
vita" o "età". Questa età o durata della vita costituisce dunque uno "spazio". Ma questo spazio non è
uno spazio fisico e perciò può solamente costituire uno spazio psichico o spirituale. Dato che tutti noi a
causa del nostro corpo fisico abbiamo un´età, significa che tutti noi viviamo non solo in uno spazio
fisico, ma anche in uno spazio psichico o spirituale. Siccome nessuna realtà o nessun oggetto creato
puó esistere senza avere un´età, che dunque è uguale a uno "spazio del tempo", nessuna realtà o
oggetto creato può esistere nel mondo fisico senza essere circondato da questo spazio del tempo,
ossia senza essere circondato da uno spazio spirituale. Questo a sua volta significa, che tutti gli abitanti
esistenti sul piano d´esistenza fisico sono non solo abitanti del mondo fisico, ma altrettanto
realisticamente sono abitanti anche del mondo spirituale. Qui, sotto forma di tempo, incontriamo
dunque come un primo fatto inamovibile il mondo spirituale, negato da tanti uomini materialisti. Ma
questo mondo spirituale invisibile, che appare sotto forma di tempo, è completamente pieno di "oggetti
creati", percepibili dai sensi. Sono questi oggetti creati che insieme costituiscono quello che
conosciamo come il piano d´esistenza fisico. Tutti i dettagli qui, dai pianeti, ai soli, alle vie lattee ai
dettagli mezzocosmici e microcosmici, agli organismi degli esseri viventi ecc., non esistono soltanto nel
mondo fisico, ma si trovano anche nel mondo spirituale, che si cela sotto il concetto di "tempo". Il
tempo costituisce dunque il nostro primo incontro realistico con il mondo spirituale.
Quello che chiamiamo "spazio"
Che cosa sono allora tutti gli innumerevoli oggetti creati, la cui esistenza o durata della vita sono
identiche al tempo ? - Poiché tutte queste realtà o oggetti creati costituiscono una forma di spazio
materiale, rappresentano dunque quello che noi in linguaggio corrente chiamiamo "spazio". Ma che
cosa si intende in assoluto per spazio ? - Lo spazio è identico agli oggetti creati. Non c'è assolutamente
nessun oggetto creato che non costituisca uno spazio, come non c'è uno spazio che non costituisca un
oggetto creato. Ma che cos'è allora un oggetto creato ? - Un oggetto creato è un'organizzazione logica
della materia, il che vuol dire, che deve esser funzionale. Tutti i fenomeni creati nella natura, come
l'aria, l'acqua, i continenti, gli oceani, i soli, i pianeti e le vie lattee costituiscono spazio, nonché tutti
quanti gli oggetti creati che sono condizione vitale per l'esistenza degli esseri viventi sul piano
d'esistenza fisico, anch'essi sono spazio.
Lo scopo o l'intenzione riguardo agli oggetti creati
Gli oggetti creati non possono aver creato se stessi. Si rivelano essere soltanto delle composizioni
materiali. Ma dato che la materia nell'analisi più profonda, è soltanto movimento combinato in forme
variabili, essa non può assolutamente essere l´origine di oggetti creati o costruiti logicamente. Gli
oggetti creati logici rivelano l'intelligenza. Però un movimento non può esser l´origine dell´intelligenza.
La creazione logica mostra, che l´oggetto creato deve adempire ad una funzione. Ma il fatto che deve
adempire ad una funzione, rivela dunque un desiderio. In certi oggetti creati la funzione o scopo si
rivela essere quella di manifestare maledizione, distruzione, persecuzione, morte e rovina, mentre lo
scopo di altri oggetti si dimostra essere la manifestazione della gioia e della benedizione. Questo
significa a sua volta, che gli oggetti creati possono essere destinati a manifestare tanto l'odio quanto
l'amore. Ma l'odio e l'amore sono sentimenti, e un movimento non può assolutamente avere
sentimenti. Non può né odiare né amare. Vediamo qui una rivelazione del fatto che dietro gli oggetti
creati, che in se stessi sono soltanto delle combinazioni di movimento, c'è desiderio, sentimento,
intelligenza, dunque il desiderio di creare l'odio o l'amore.
Il punto fisso dell'universo
Ma il desiderio, il sentimento e l'intelligenza, o l'odio e l'amore possono soltanto esistere come facoltà
di un essere vivente. Ma chi o che cosa è questo essere vivente? Non può assolutamente essere la
materia, perché essa consiste come abbiamo visto in combinazioni di movimenti di diversa natura. E
non si è mai visto, che un movimento, un soffio di vento, il movimento di un treno o di una macchina
possano avere desideri, intelligenza o capacità di odiare ed amare. Qui arriviamo dunque
necessariamente a una causa invisibile dei menzionati desideri, di quel sentimento e di quell´intelligenza,
di quell´odio o di quell´amore che si manifestano attraverso la materia o gli oggetti creati. Arriviamo a
un "Qualcosa", che ha coscienza e facoltà creativa. Questo "Qualcosa" è dunque la causa degli oggetti
creati. Poiché è la causa degli oggetti creati, in se stesso non può assolutamente essere un oggetto
creato. Ma siccome non è creato non costituisce cosa che è costruita o combinata. Ma non essendo
costruita o combinata, non può essere né decomposta né sciolta. Perciò non può avere né inizio né
fine. Perciò qui vediamo che è eterna, si, è l´"eternità" stessa. Ma poiché l'eternità dunque è un
"Qualcosa", che non è movimento, non è materia, non è creato e perciò non ha inizio nè fine, può
esistere soltanto come l'unico punto assolutamente fisso che esiste nell'universo.
L'eternità identica a un "Qualcosa" vivente
L'eternità è dunque identica a un "Qualcosa", che costituisce l'opposto assoluto di tutto quello che
siamo in grado di percepire o di osservare come universo visibile, che in se stesso è costituito solo da
combinazioni di vari tipi di movimento, i quali a loro volta sono la stessa cosa degli "oggetti creati". Qui
siamo arrivati dunque a una realtà inamovibile nell'analisi dell'universo o nella soluzione del mistero
della vita, cioè il "punto fisso" ed il "movimento". Il movimento si dimostra costituito dai processi della
creazione. Il risultato di essi, cioè gli oggetti creati si rivelano essere il risultato del desiderio, del
sentimento e dell´intelligenza. Siccome questi fenomeni possono esistere solo come qualità d´un essere
vivente, quel "Qualcosa" che denominiamo "eternità" appare qui come un "essere vivente", tanto più che
non esiste assolutamente niente al di là della materia, dei tipi di movimento e della creazione
nell'universo.
L'universo costituisce un essere vivente
L'eternità è dunque qualcosa d'altro e molto di più del concetto di tempo infinito. Costituisce dunque
un "punto fisso", che si dimostra essere la causa di tutti i movimenti e con ciò di ogni forma di creazione
nonché il risultato di questa creazione. L'eternità o il "punto fisso" dell'universo si dimostra dunque
essere un "Qualcosa di divino", che ha coscienza, ed in virtù di essa promuove desideri, sentimento,
intelligenza ecc. tramite la facoltà creativa, e con essa può anche sperimentare gli effetti di questo suo
processo di creazione e di manifestazione. Vediamo dunque qui, che l'universo adempie esattamente
alle tre condizioni necessarie perché un "Qualcosa" possa presentarsi come "essere vivente". Questo
essere vivente costituisce dunque un "eterno Qualcosa" che può sperimentare e creare, ed è lo stesso
dell'"Io" dell´essere vivente. Come menzionato questo "Qualcosa" o "Io" ha una facoltà creativa.
Questa facoltà creativa è identica in parte alla parte eterna dell'Io, che costituisce la sua
supercoscienza, ed in parte alla sua creata facoltà di percezione e di creazione, che costituiscono la
subcoscienza dell'essere. Di questa fa parte fra l'altro il corpo fisico degli esseri. Questo corpo e gli
altri organi subcoscienziali fanno parte del "creato", mentre la percezione e la creazione appartengono
alla facoltà creativa. Nelle mie analisi cosmiche nel Livets Bog (il Libro della Vita) ho definito l'analisi
fondamentale dell'universo come un principio trino, che più dettagliatamente viene denominato "X1",
"X2" ed "X3", che sono respettivamente l'Io", la "facoltà creativa" ed il "creato". L'indivisibilità ed il
supporto reciproco di questi tre principi costituiscono dunque l'"essere vivente". Se esaminiamo
l'analisi dell'universo: l'eternità, il tempo e lo spazio, otteniamo esattamente la stessa analisi.
L'"eternità" è l'"Io" o "X1" dell'universo. Poiché il tempo si è dimostrato essere un lato psichico o
spirituale di ogni oggetto creato esistente e questo lato spirituale è "movimento" ed il movimento a sua
volta causa trasformazione, che a sua volta è identica a "creazione", la qualità del tempo è dunque un
fattore che contribuisce alla facoltà creativa dell'essere vivente. È questa partecipazione della qualità
del tempo nel processo della creazione che fa sí che nessuna creazione possa assolutamente aver
luogo senza essere anche la creazione del "tempo". Tutta la creazione del "tempo" avviene come ogni
altra forma di creazione in virtù del principio "X2". Così il "tempo" diventa un prodotto della creazione
ed è sottoposto al principio "X3". - Qui mediante il nostro esame dell'eternità, del tempo e dello
spazio siamo dunque arrivati alla grande analisi dell'universo: il principio trino, che è la stessa cosa di
"essere vivente".
Gli esseri viventi e la Divinità
Adesso siamo arrivati così lontano nel nostro esame dell'universo che abbiamo visto, che costituisce
un essere vivente eternamente esistente. Ma allora come stanno le cose riguardo a noi stessi come
esseri viventi ? Si, adesso, dopo che abbiamo visto l´analisi fondamentale dell´universo, non è difficile
scoprire la nostra situazione in questo universo. Abbiamo visto che l´universo consiste in tre realtà
eterne, che fanno sì che appaia come un essere vivente. Ha un "Qualcosa di vivente" elevato al di
sopra di tutti i fenomeni creati ed è inaccessibile alla percezione diretta. Poiché questo "Qualcosa" non
è creato, può soltanto avere un´unica analisi, ovvero è "Qualcosa che è", la quale tranne che per
questa denominazione è di per sé indescrivibile. Perciò l'abbiamo denominato "X1". Abbiamo visto
che questo"Qualcosa" ha una facoltá creativa, ugualmente indescrivibile, dato che neanch'essa è creata
e quindi è eterna. Perciò l'abbiamo denominata "X2". Poi seguono i risultati eternamente variabili delle
creazioni manifestate mediante la facoltà creativa dell'Io. Questo principio coi risultati variabili della
facoltà creativa è naturalmente altrettanto indescrivibile, siccome neanch´esso ha inizio nè fine, ma è
invece una realtà eterna. Perciò, come è stato già detto, abbiamo chiamato questo principio "X3", ma
siccome anche l'universo consiste in esseri viventi tanto nel micro- e macrocosmo quanto nel
mezzocosmo, questi esseri debbono dunque costituire ciò che rende l'universo un essere vivente. Tutti
gli esseri viventi esistenti costituiscono ognuno lo stesso principio trino, cioè un Io, una facoltà creativa
ed i risultati eternamente variabili di questa facoltà creativa, che a turno costituiscono l'"X1", l'"X2" ed
l'"X3". Tutti gli esseri viventi esistenti formano insieme un´unità inseparabile. È questa unità che
chiamiamo l'"universo". L´universo a sua volta costituisce, come abbiamo già menzionato, un
organismo eterno onniabbracciante che lavora. L'Io o "X1" in questo organismo consiste nell'Io o
"X1" di tutti gli esseri viventi esistenti insieme. Nello stesso modo la facoltà creativa di questo Io
gigantesco composto da tutti gli Io, è composta da tutte le facoltà creative o "X2" insieme. Ed
ugualmente i risultati delle facoltà creative o "X3" degli esseri viventi costituiscono insieme l´"X3" di
questo essere gigantesco, che è la stessa cosa dell'universo percepibile dai sensi. Il fatto che le tre "X"
di tutti gli esseri viventi esistenti insieme possano costituire il "Qualcosa che è" o le tre "X" del
menzionato essere gigantesco o della Divinità, dipende appunto dal fatto che tutti gli esseri esistenti
sono dunque un´unità che collabora organicamente. Questa unità che collabora, sotto forma
dell'universo, è la rivelazione fisica e psichica della Divinità essendo l'eterno Padre e l'eterna causa di
tutti gli esseri viventi esistenti. Tutti gli esseri viventi esistenti esistono dunque quali strumenti di
percezione e di creazione della Divinità. Senza questi organi di percezione nessuna Divinità e senza la
Divinità nessun organo di percezione e cosí nemmeno alcun essere vivente. Così la Divinità e gli esseri
viventi sono un'unità inseparabile.
L'immortalità
Poiché gli Io di tutti gli esserei viventi esistenti insieme costituiscono l'Io di Dio, gli esseri viventi non
possono assolutamente morire, cessare d'esistere o perire. Non è possibile nel modo più assoluto che
abbiano avuto un inizio e non potranno mai avere una fine o morire. La mortalità a cui gli organismi
fisici degli esseri sono soggetti, è soltanto un qualcosa che esiste, o succede nella materia. Non tocca
l'Io o la supercoscienza dell'essere. La morte significa soltanto che l'essere viene liberato da un
organismo difettoso o più o meno inutilizzabile. L'essere può dunque scambiare corpi o organismi
appunto perché ha un Io eterno ed una supercoscienza altrettanto eterna. È questo cambio dei corpi o
degli organismi fisici che denominiamo "reincarnazione" o "metempsicosi". Il nostro Io non solo è
immortale, ma ha anche la facoltà di cambiare organismi e corpi, quando sono invecchiati e consumati.
Poi in virtù di certi fenomeni possono incarnarsi in organismi o corpi nuovi e sani, e così possono
disporre dell'eterna esperienza della vita. - Il tempo, lo spazio e l'eternità sono quindi nella loro analisi
cosmica la rivelazione della nostra immortalità o esistenza eterna come esseri viventi nell'unico vero
Dio in assoluto, nel quale noi tutti viviamo, ci muoviamo ed esistiamo.
Articolo scritto da Martinus nella rivista Kosmos del 1962.
© Istituto Martinus 1981
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