La visione cosmica del mondo in breve

Martinus

 
Che cos'è una visione del mondo? È la visione completa dei principi fondamentali, su cui si basano tutta la natura, tutti gli esseri viventi, nonché le reazioni ed i corsi degli astri e delle galassie. Ma come potrebbe un uomo, un microbo così piccolo essere mai in grado di arrivare a una tale visione? Il cosmo o l'universo non ha nè inizio né fine. Si estende dunque infinitamente. Non si può mai dare uno sguardo generale a qualcosa che ha un´estensione infinita. Come si può toccare il fondo di qualcosa che è senza fondo? Non è solo un fanatico chi possa pretendere di avere la visione completa dell'universo? Sì, questa è la comune opinione moderna, e forse è soprattutto l´opinione della scienza materialistica. Ma come potranno gli uomini comuni con un'impostazione materialistica arrivare mai a cambiare opinione? Non capiscono ancora come adattare i sensi, l'intelligenza e la comprensione in modo da poter veramente abbracciare l'universo con lo sguardo e sperimentare cosí la soluzione del mistero o dell'enigma della vita. Il fine della vita non è che debba essere impossibile conoscere l'universo. Il fine della vita non è che la vita stessa, la loro stessa identità, rimanga misteriosa. Per Cristo la vita e la sua origine non erano misteriose, ma realtà cristallina. Il fatto di non poter rivelare questa sua grande conoscenza in altro modo che in maniera molto infantile non dipendeva da lui, ma da quell´umanità infantile e cosmicamente illetterata, alla quale doveva parlare. Sono lo stesso primitivismo e l'infantilismo cosmico dell'umanità, che hanno fatto sì che neanche le grandi religioni hanno potuto rivelare il segreto della visione del mondo in successioni logiche di pensiero, comprensibili per l'intelletto e quindi controllabili dalla ragione come fatti reali. Non è dunque impossibile arrivare ad una visione generale dell'universo. Perché allora la scienza, coi suoi colossali apparecchi ottici, telescopi, microscopi e microscopi elettronici, nonchè con i suoi potenti cervelli elettronici non può arrivare a questa visione? No - con questo atteggiamento della scienza moderna e degli uomini comuni di tipo materialistico, il mistero o il segreto dell'universo è insolubile. La visione generale dell'universo non si riferisce dunque a quei fenomeni nello studio dei quali è esperta la scienza.

La soluzione del segreto o del mistero dell'universo non è questione di grandezze, di misure o di pesi, proprio come neppure il mistero o il segreto dell'essere vivente vengono risolti attraverso cognizioni sulla grandezza, il volume, la forma ed il colore dell´essere stesso. Poichè l'universo è infinito contiene in sè tutte le grandezze. La soluzione ultima di qualcosa che contiene tutte le grandezze non può assolutamente essere formulata in termini di grandezza. Un qualcosa, che contiene in sé tutte le misure non può neppure essere definito con una soluzione ultima in termini di cifre. Finché ci si dedica unicamente ad esplorare qualcosa che può essere formulato in termini di numeri, di misure e di pesi, ci si trova in un vicolo cieco della scienza.

E non si ottiene assolutamente nessuna risposta alle domande veramente importanti della vita: Che cos'è la vita, che cos'è l'essere vivente, è immortale, e che cos'è l'universo? Allora qui forse ci si chiede: che bisogno c'è della soluzione del mistero della vita? Ma a questo punto ci si deve di nuovo porre la domanda: come potremo altrimenti sconfiggere tutta la miseria e la povertà, tutta la depressione ed il disgusto della vita, il lutto e la malattia e la "guerra di tutti contro tutti" che permea ogni cosa? A nessuna di queste o ad altre simili domande di primaria importanza si può rispondere con soluzioni basate sui numeri. Che si conoscano la velocità della luce,le distanze fra gli astri, le strutture degli atomi e degli elettroni, la rotazione della terra ed il corso del sole nello spazio ecc. non aiuta quando si soffre di malattie gravi. Questa conoscenza non dà conforto neanche nei momenti di lutto, né aiuta contro la depressione ed il disgusto della vita. Se soluzioni in termini di misure e pesi potessero spiegare agli uomini tali problemi della vita, la terra sarebbe diventata da tempo un mondo di angeli, in cui non ci sarebbero nè lutti, né pianto, né dolore. Ma non è così. Il mondo si trova nella culminazione del lutto,dei rantoli della morte e delle malattie mortali, malgrado che gli uomini sappiano ben controllare la materia fisica, premano bottoni e facciano lavorare per sé migliaia e migliaia di cavalli. Ma ciò nondimeno questa sapienza geniale e questa conoscenza in campo materiale non impediscono agli uomini di essere degli analfabeti riguardo alla soluzione del mistero o all'enigma della vita.

Per raggiungere la soluzione del mistero della vita stessa si deve dunque trovare la strada per uscire dal vicolo cieco della scienza materialistica. Questo non è detto per sottovalutare la scienza materialistica, ma per giustificarla, perché risolve in modo molto ingegnoso gli enigmi della mistica della vita a cui è destinata e di cui è capace. Richiedere che risolva dei problemi o degli enigmi di natura completamente diversa dalle misure, dal peso, dal volume, dalla forma e dal colore è come chiedere che sia esperta nel dare chiarimenti su oggetti e fenomeni che appartengono a una realtà completamente diversa da quella che può essere pesata e misurata.

Che cos'è allora quest'altra realtà? È quella realtà a cui si arriva quando si capisce che l'universo è infinito, tanto nel tempo quanto nello spazio, e perciò non è suscettibile di nessun tipo di misurazione o pesatura. E pertanto non può essere definita con nessun criterio di tipo temporale o spaziale. Ciò nondimeno, malgrado questo, siamo costretti ad ammettere che esiste. Qui incontriamo dunque qualcosa che esiste al di là del tempo e dello spazio. Qui, per la prima volta, ci troviamo di fronte ad una realtà di natura diversa da quella realtà che possiamo pesare e misurare. Siccome questo "Qualcosa" qui si trova al di là del tempo e dello spazio, per esso c'è solamente un'analisi possibile, ossia unicamente "Qualcosa che è". E qui siamo dunque arrivati a una salda realtà, che non possiamo eliminare. Possiamo perfino cominciare a scoprire qualcosa in più in questa realtà non soggetta neanch'essa al tempo ed allo spazio. Sappiamo che ogni forma di creazione e di movimento si svolge in questo "Qualcosa", come sappiamo anche che è esclusivamente questo movimento o questa creazione che influiscono sui nostri sensi. Quello che sperimentiamo non è dunque "Qualcosa che è", ma qualcosa che si trova in questo "Qualcosa". In virtù del fatto che il movimento esiste, esso può influire sui sensi, che sono anch'essi movimenti, e così si forma ciò che chiamiamo l'esperienza della vita. L'esperienza della vita è dunque in realtà una serie di scontri o di collisioni fra le energie dei nostri sensi e le energie circostanti. Dato che i movimenti sono di velocità e di forza diversa, sono di forza diversa anche le collisioni. Sono queste collisioni diverse che percepiamo attraverso i nostri sensi e che diventano la nostra felicità ed i nostri dolori, diventano la nostra salute e la nostra malattia, la nostra pace e mancanza di pace col mondo circostante. In certi casi queste collisioni sensoriali appaiono come sostanze solide, in altri casi fluide, gassose o sotto forma di radiazione. Così ci formiamo delle idee su sostanze e materie, acquistando contemporaneamente l'abilità di trattare queste sostanze queste materie. Questa attività la chiamiamo "creare".

Adesso abbiamo visto che in questo "Qualcosa che è" non ci sono solamente movimenti e collisioni e reazioni dei movimenti, ma c'è anche qualcosa che li percepisce, per esempio - noi. Chi o che cosa siamo? - Per raggiungere chiarezza su chi siamo dobbiamo comprendere che non siamo da identificare con il nostro organismo, visto che esso rappresenta solo movimento, non importa se sia la minima funzione ghiandolare o una vibrazione nel cervello, queste come pure la muscolatura e lo scheletro rappresentano sempre movimenti o vibrazioni. Perciò, nel nostro Sé o Io più intimo, non solo possiamo sperimentare i movimenti, ma li possiamo anche mettere in moto noi, il che vuol dire che possiamo creare. Siccome però non facciamo parte del movimento, non possiamo essere misurati e pesati. Anche noi dunque esistiamo al di fuori del tempo e dello spazio. Noi o il nostro Sé più intimo non è qui nè maschio né femmina, né grande né piccolo, né male né bene. Qui la nostra analisi non può essere che quella dell'universo stesso, cioè "Qualcosa che è". Adesso sappiamo che quel "Qualcosa", che è in noi, è quello che chiamiamo il nostro "Io". Questo non può dunque avere un'inizio o una fine. È, come l'universo, una realtà eterna. Ma questo nostro "Io", che si trova dunque al di sopra del movimento, può mettere in moto e può provare il movimento attraverso la creazione, dimostrando cosí la propria esistenza. Sappiamo anche che senza questo "Io" nel nostro organismo non c'è che la decomposizione e la rovina. L'essere vivente, con il suo organismo, costituisce dunque un "Io" ed una combinazione di movimenti, che può reagire a movimenti provenienti dall'esterno e mettere in moto dei movimenti lui stesso. Qui siamo testimoni dell'esistenza di un'origine dietro i movimenti e che essi non possono in nessun modo configurarsi in creazioni logiche senza la presenza appunto di questo "Io". Ognuno di noi rappresenta creatore e creato, e rappresenta cosí due mondi, quello di dimensioni temporali e spaziali e quello eterno. Il mondo di dimensioni temporali e spaziali è il nostro organismo e ciò che creiamo. È la manifestazione o la rivelazione dell'esistenza del nostro Io al di là di questa creazione. Che siamo esseri umani è solamente una combinazione temporanea della materia, delle energie e del movimento, creata dal nostro "Io", ma questa combinazione non è assolutamente la nostra vera identità. Ma che cosa possiamo dire allora dell'universo? Abbiamo visto che anch´esso è infinito, al di là del tempo e dello spazio, è "Qualcosa che è".

Giacche anche i movimenti dell´universo si mostrano sotto forma di creazioni, o combinazioni logiche della materia, in modo da portare utilità, felicità e benedizione agli esseri viventi, si rivelano anch'essi, essere risultato del pensiero, al pari delle manifestazioni e delle creazioni degli uomini. E come le manifestazioni e le creazioni dell'uomo rivelano che questi è un essere vivente, così le creazioni della natura o dell'universo, rivelano ugualmente che l'universo o il cosmo è un essere vivente. L'universo è dunque l´organismo di un "Io" eterno, nello stesso modo in cui il nostro organismo lo è per il nostro "Io". L'universo è dunque l'organismo di un essere vivente, in cui ci troviamo noi ed il nostro organismo. E la nostra esperienza quotidiana della vita dipende dalla cooperazione armonica o disarmonica fra le energie di questo grande organismo e le nostre energie o materie. Il nostro destino, felice o infelice, dipende da questa relazione. L'esperienza della vita è dunque prodotto del nostro rapporto con la struttura dell'universo, nello stesso modo in cui l'esperienza della vita dei nostri microorganismi corrisponde al loro rapporto con la struttura del nostro organismo. Noi possiamo, con il nostro modo d'agire, essere in disarmonia con la struttura dell'universo, cioè, in disarmonia con l'organismo di Dio, ed il nostro destino diventa infelice, come pure possiamo essere in disarmonia coi microindividui presenti nel nostro organismo, ed allora sperimentiamo la malattia, che è un dettaglio nella serie dei destini infelici. Se siamo in armonia con l´organismo di Dio e coi microesseri del nostro organismo, allora siamo diventati uomini perfetti a somiglianza di Dio. Questo è il grande scopo della creazione. La visione del mondo in breve significa dunque che l'universo è un essere vivente, è espressione dell'idea più elevata dell'evoluzione della coscienza, della creazione fisica e psichica e del modo di essere. È questo essere vivente, che gli uomini nel corso dei millenni - a ragione - hanno adorato come Dio. E dato che siamo microesseri in questa Divinità e pertanto legati anatomicamente all'organismo di questo Dio, è naturale che tutto il nostro benessere fisico e mentale, venga completamente determinato dalla misura in cui diamo gioia e benedizione a tutti gli altri esseri viventi. Se non curiamo il nostro organismo fisico e non ci atteniamo alle norme fondamentali della salute per quanto riguarda l'alimentazione e l'igiene, distruggiamo in maggior o minor misura la vita ed il benessere dei microindividui presenti nel nostro stesso organismo,a cui vengono malattie in misura corrispondente. E se proviamo risentimento o amarezza nei confronti di altri esseri e se tentiamo di perseguitarli perché, a nostro parere, ci hanno fatto un torto, perseguitiamo cosí i microesseri nell'organismo di Dio. E Dio deve cominciare a combatterci per mantenere in salute il proprio organismo. E questa lotta della Divinità contro la malattia nel proprio corpo o organismo si svolge con tale puntualità e precisione che "l'uomo raccoglie ciò che ha seminato". Sì, perfino "ogni capello in testa è contato", come non può "cadere un passero per terra senza che sia per volontà di Dio". Non è poi cosí strano che l'adempimento di tutte le leggi sia amare il prossimo come se stessi.

Con questo atteggiamento nei confronti dell'universo abbiamo preso una strada, che non è finita in un vicolo cieco, ma era una strada aperta direttamente alla comprensione del fatto che l'universo è l'organismo di Dio, elevato al di sopra del tempo e dello spazio, in cui noi, in quanto esseri ugualmente eterni, "viviamo, ci muoviamo ed esistiamo" e che tutta la nostra vita come esseri felici o infelici è unicamente questione di anatomia. Tutti gli esseri viventi sono organi vitali in un organismo più grande. Se noi, mediante il nostro pensiero ed il nostro essere distruggiamo la vita, o amareggiamo la vita di altri esseri viventi nello stesso organismo, creiamo zone malate o malsane in quel grande organismo in cui sperimentiamo la vita. È facile vedere qui che la causa prima di tutta la sofferenza nel mondo è la violazione di quell'anatomia perfetta, in forza della quale ogni forma di vita dell'universo è collegata e forma un´unità.

Abbiamo visto un differente e vivificante modo di pensare, che qui ci mostra che siamo un centro eternamente partecipe di questa unità e che l'unica strada verso la salute, la felicità e la gioia di vivere è dunque quella di portare gioia e benedizione in tutto ciò con cui si viene in contatto. Era questa la visione del mondo in breve.

© Istituto Martinus 1981

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